ON THE BREADLINE
Il pane della condivisione / Il pane della rivolta
On The Breadline, vincitore della IV edizione di Italian Council (2018) – bando promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il fine di promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo – è un progetto artistico itinerante di Elena Bellantoni che si sviluppa in un anno e percorre la “strada del pane” di 4 paesi: Italia, Grecia, Serbia e Turchia.
Il progetto è sviluppato in collaborazione con gli Istituti di Cultura Italiani di Belgrado, Atene e Istanbul insieme a un network di realtà culturali, curatori locali presenti nei paesi delle residenze, quali Beo Project (Belgrado) e K-Gold Temporary Gallery (Atene), la Fondazione Ignazio Buttitta e l’Eco Museo Urbano Mare Memoria Viva (Palermo). Il progetto è curato da Benedetta Carpi De Resmini ed è promosso da Wunderbar Cultural Projects.
ON THE BREADLINE
Un progetto artistico itinerante
La Breadline che l’artista segue è sia la linea del pane ma anche la linea di povertà che ha segnato storie e narrazioni di questi paesi segnati dalle “rivolte del pane”, facendo dialogare i luoghi “caldi” che possano raccontare il nostro presente contemporaneo. Il pane non rappresenta infatti solo il momento del convivio e del confronto tra genti diverse, ma è legato alle rivolte popolari che spesso sono state identificate nella storia come movimenti di protesta che hanno unito popolazioni diverse nel nome della giustizia e dell’uguaglianza sociale. In questi posti uniti, la breadline è molto labile. La farina, la polvere di grano, è un valore e rappresenta culture millenarie e tradizioni diverse.
Durante la ricerca, in ogni città, l’artista realizzerà un’opera video insieme a dei cori composti da donne una performance accompagnata dal canto di protesta Bread & Roses, che trae origine da una frase di un discorso del 1912 di Rose Schneiderman, leader femminista socialista statunitense, declamato durante un importante sciopero di lavoratrici. Un canto ogni volta diverso verrà tradotto nella lingua di origine dei paesi coinvolti seguendo una partitura musicale nuova realizzata da Sandra Cotronei, direttrice del Coro Inni e Canti di Lotta e nel Laboratorio di canto politico della Scuola Popolare di Musica di Testaccio.
L’elemento del coro, così come quello del pane, sono essenziali in questo progetto perché diventano lo strumento per raccontare attraverso parole, suoni e immagini le rivolte sociali, politiche che sono nel DNA di ogni paese, in particolare dei paesi legati storicamente e geograficamente al Mediterraneo. Il lavoro finale sarà un’opera video a quattro canali che entrerà a farà parte della collezione permanente delle opere multimediali dell’Istituto Centrale per la Grafica e successivamente presentato in una mostra personale nel 2020. Il progetto prevede inoltre la pubblicazione finale di un catalogo, edito da Quodlibet, che racconterà il viaggio attraverso le voci dell’artista, della curatrice e dei due storici dell’arte, Stefano Chiodi e Riccardo Venturi.
“Se è vero che non di solo pane vive l’uomo, cercherò di spingermi sulla “breadline” e dare voce e forma a questa linea che seguirò. Il mio “canto” personale sarà il mio diario di bordo. Le mie annotazioni faranno da eco alle note cantate, in quattro lingue diverse, dai cori. Il lavoro artistico nasce per me dall’incontro: in questo caso con il territorio – di cui seguirò segni e tracce – e con un coro formato da sole donne. Ho scelto di declinare solo al femminile questo progetto perché credo che oggi più che mai ci sia il bisogno di prendere la parola e dare voce. Credo che questo “gesto poetico” sia necessario, non solo per raccontare un lungo passato di lotte e proteste per parlare profondamente del nostro presente”
Elena Bellantoni